Mondaino

dista 6,4 km

Famoso per la sua imponente rocca malatestiana e la storica "Piazza Padella", questo castello offre una vista mozzafiato e un tuffo nella storia tra rievocazioni e tradizioni locali.

STORIA: Alla fine del Novecento, sono stati rinvenuti reperti risalenti al neolitico e all’età del bronzo.  In epoca romana si ipotizza la presenza di un Vicus Dianensis, ovvero di un tempio dedicato alla dea della caccia Diana, posto nelle vicinanze di questo, che con ogni probabilità, doveva essere un luogo ricco di selvaggina e soprattutto di daini. Sull’origine del toponimo l’ipotesi filologicamente più credibile rimanda al termine gotico Mundawins, derivante da Mund che significa luogo fortificato, ipotesi avvalorata anche dalla carta topografica disegnata da Leonardo da Vinci, nella quale è indicato col nome di Monda.

Il paese fu, soprattutto, un avamposto militare, atto alla difesa delle zone di confine, come la vicina Montegridolfo, tanto che Mondaino passò di mano fra il comune di Rimini e il ducato di Urbino. Acquistò importanza militare e civile con l’avvento dei Malatesta, signori riminesi che dominarono la Romagna meridionale e parte delle Marche fra il 1300 e il 1600, i quali ampliarono il castello e le sue fortificazioni. Le mura esterne prendono l’aspetto attuale nel XVI secolo, con la costruzione dell’odierno muraglione a scarpa, più adatto a reggere i colpi delle artiglierie rispetto alle precedenti mura verticali.

Mondaino fu, inoltre, il luogo privilegiato, da parte delle due signorie in lotta, perché considerato il più adatto per la firma dei trattati di pace. Due patti sono passati alla storia: quello siglato nel 1393 fra Carlo Malatesta e Antonio II da Montefeltro e quello del 1459 fra Sigismondo Pandolfo Malatesta e Federico da Montefeltro, all’epoca conte di Urbino, violato però dopo pochi mesi. In seguito alla sconfitta dei riminesi sul Cesano, nel 1463 il conte conquistò il castello, rimasto quasi indifeso.

Per un certo periodo, Mondaino fu governato dai Comneni. Poi, nel 1516, il governatore mantovano Giovanni Muzzarelli, nobile vicino ai Gonzaga, amico del cardinal Bembo e astro nascente della letteratura dell’epoca, scompare in circostanze misteriose, probabilmente assassinato dagli abitanti di Mondaino.

COSA VEDERE: La piazza Maggiore è molto caratteristica, prende il suo aspetto attuale di forma circolare nel 1818 o nel 1820, contestualmente alla costruzione del loggiato, adiacente alla rocca.

L’opera va, probabilmente, attribuita al giovane Ruffillo Righini, architetto di Forlimpopoli e accademico clementino, che già aveva realizzato un porticato con archi e nello stesso periodo segue lavori di restauri al cimitero monumentale di Forlì.

Gli abitanti chiamano affettuosamente piazza Maggiore la padella, a sottolineare la sua forma circolare, della quale via Roma costituisce il manico.

La rocca malatestiana è della fine dei secoli XIII-XV secolo, è stata potenziata nel corso del tempo, tanto che Sigismondo Malatesta la dotò di una elegante merlatura ghibellina e la fece il centro e baluardo della cinta muraria che contava ben tredici torrioni. La struttura della rocca è semplice, ma efficace, tanto che Mondaino fu definito da Federico da Montefeltro luogo forte et importante, che a nessun patto può essere conquistato. Nel suo punto più alto, da una terrazza si domina tutta la Romagna, il litorale pesarese e il Montefeltro; nel suo punto più basso si sviluppa una serie di passaggi e condotti, utilizzati a scopo militare. Alla rocca è legata anche la figura del poeta mantovano Giovanni Muzzarelli, protetto del Bembo e governatore della rocca dal 1509 al 1514 e scomparso in circostanze misteriose. La rocca fa da sfondo a tutte le manifestazioni che si svolgono in paese, fra cui quella del Palio de lo Daino, che rievoca la pace firmata tra Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro nel 1459.

Attualmente la rocca è sede del municipio e dei musei di Mondaino.

Il convento di San Bernardino e Santa Chiara si trova nel centro storico e si può scorgere anche grazie alla caratteristica chiesa che si affaccia sulla strada principale. Dotato di numerosi edifici e di un bel giardino all’interno, è visitabile solo durante il Palio del Daino. Il convento ospitò la beata Elisabetta Renzi, fondatrice delle Maestre Pie dell’Addolorata. La chiesa di S. Michele Arcangelo è la più importante del paese, è stata costruita nel Settecento, ampliando e modificando la precedente pieve dell’Angelo, della quale si possono ancora vedere tracce dell’impianto originale, all’interno di una cappella laterale. Ospita alcune tele interessanti di scuola marchigiana, risalenti al XV e XVI secolo.

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